L’ensemble artistico MADE IN HEAVEN, costola sonora legata all’evoluzione della creatività intellettuale di Jeff Koons, di cui fanno parte artisti mediali, musicisti e ingegneri del suono, si occupa da anni di creare un nuovo stato mentale e di approccio del pubblico al mondo dell’arte.
Dalle prime sperimentazioni sonore dell’inizio del XXI secolo hanno iniziato a dirigere la loro ricerca verso la creazione di un suono originale adeguato all’ambiente dove andrà propagato. Da qui l’organizzazione di vere e proprie acustic room dove lo spazio-contenitore andrà a coincidere perfettamente con il suono-contenuto.
Non si tratta di concerti ma di esposizioni sonore dove il pubblico, secondo le proprie inclinazioni psico-fisiche e sociali-intellettuali, non vedrà più l’opera ma la ascolterà, cercando di cogliere il valore prima di tutto mentale e poi fisico del suono trasmesso.
Si tratta della nuova frontiera dell'arte contemporanea, quella sonora appunto, dove “anche l’orecchio reclama la sua parte”, non commercializzabile, perché altrimenti si tratterebbe di musica.
MADE IN HEAVEN ha iniziato la sua attività a Miami nel 2001 con una serie di performances sonore che negli anni hanno dato vita a diverse composizioni. Dal 2003 il gruppo, formato da artisti mediali, musicisti e ingegneri del suono, ha iniziato a comporre nuovi Percorsi Sonori, opere esposte autonomamente oppure abbinate a progetti espositivi di ampio respiro. Facenti parte di questa serie ricordiamo, fra le altre: Reflex, per la collettiva NewArtXXI (Miami / Los Angeles 2004); Voices, composta appositamente per la mostra internazionale Mediterraneo d’arte (Roma / Ginevra / Istanbul 2005); Divina Proporzione, installazione sonora realizzata in collaborazione con lo scenografo italiano, premio David di Donatello 2002 e 2003, Luigi Marchione (Roma 2006); Genius, per la grande mostra multimediale dedicata a Charles Darwin (New York 2009).
Il gruppo ha anche composto alcune Opere Sintetiche di grande impatto sonoro denominate KL/ e seguite da un numero arabo progressivo, in modo da non connettere il sonoro con alcuna altra impostazione emozionale.