INDIETRO


DANIELE ARCOMANO
Sagome
 
sagome di luce
nel retro del buio
profili
e punti d’oro
nella calma inquieta
scivolare lentamente
su fili d’acciaio
circondati
da riflessi umidi
di sera d’autunno
occhi ripetuti attraverso il vetro

a comporre
caleidoscopi
informi
e scoprire
tutti i colori
nascosti
nel buio

 
 
LUCIANNA ARGENTINO
È stata colpa della solitudine
 
È stata colpa della solitudine se ha cercato riparo nel corpo di lui, se ha creduto così di
poterla tenere a bada, di farla tacere almeno di tanto in tanto, ma la sua solitudine ha
preso su di sé anche la solitudine di lui. E non è bastato toccarsi, abbracciarsi, c'e
ra la
gravità del vuoto a inter-
ferire sulla superficie curva del cuore dove la geometria
euclidea non vale e il “primo postulato” enuncia che l’amore è la distanza più breve tra
due solitudini, ma solo se sanno di esserlo. Solo se non stanno l'una di fronte all'altra
come semplici presenze, ma si riconoscano mistero nella reciproca ospitalità.

 
 
ELETTRA BANTI
Nel Signore
 
Nel sogno di un sonno infinito
rincorro la vita in cerca di vita.
Nel riflesso stemperato dal vento
accentuo le ombre che nascondo nel cuore.
Ed é nel sogno che rincorro la metà.
É nel sogno che sogno la pace
 
 
 
GUSTAVO FRANCESCO BARBANTINI
Anelito
 
Anima muta
contempla il fossile,
racchiusa nella conchiglia del tempo.
Le onde bisbigliano,
e accade il tramonto
senza notte.
 
 
GIULIO BARDI
Dubbio e domanda
 
La violenza e il rancore
l'amore è mercenario
ma forse lo è sempre stato.
Quanto hai pagato per l'oblio?
Quello momentaneo e venale
Quanto costa il presente?
E ne vale la pena?
Ne vale sempre la pena se non hai di meglio
Ne vale sempre rispetto al nulla.
Ma quanto tempo abbiamo?
Se ne abbiamo ancora e ancora.
Ma per quanto ancora?
 
 
GIORGIA BENE
Tempo
 
Il tempo non mi basta
La parola non mi ferma
Sei tu a indicarmi la metà
Sei tu a svelare la rotta
Il vento ci spinge
Iddio ci guida
 
 
ITALO BENEDETTI
I calzini rossi
 
È venuto il tempo dei calzini rossi
il giorno di camminare sopra l’erba
finta – la dura plastica buca i piedi
e per questo porto i calzini rossi.
 
Sui lastrici della città il sole si riflette
come un duce crudele, fiacca me lattescente medusa,
mi fissa dal di sotto, nel riflesso marmoreo
e ad ogni passo mi scioglie una costola o un lombo
 
ma ci sono sui polpacci i calzini rossi
che assorbono e occultano questo sudore
di sangue, il mio sangue bianco d’ameba
che incede con le sue spire nella città!
 
Città di colossi-molossi, città di luci X
che vivisezionano il mio corpo semi-trasparente
e indagano su ogni risorsa capillifera delle vene
mentre annaspo nel mare-rasato dei lastroni brucianti
 
per salire su quella scala immensa degli Incas
che in cima porta antenne di tele-trasmissioni,
ogni movimento mi costa una marea di riflussi
i muscoli molli si sfanno al contatto.
 
Il sole ha un elmetto abbagliante di duce:
laggiù carrarmati guidati da scheletri
sorridenti fortissimo con protesi azzurre.
Un venticello sfuggito dalle cupole d’acciaio
è inghiottito dalle nubi nucleari in fondo allo spazio.
 
Salirà la notte sui moloch cittadini?
Tuonerà a sfaldare il terremoto della luce?
Rimboccherà le mie diecimila braccia
la mia macchina per incedere
lattescente-iridescente millepiedi?
 
No. Più il sole arde e risucchia le foglie
dagli alberi scarnificati
più succhierà come lecca lecca
i ruscelli antichi della città totemica
e più la notte resterà sconfitta
inginocchiata sui baracconi dei suoi tramonti
(upupe e civette imbalsamate sui rami
ricorderanno la pomposa maestà della quercia).
 
Durerà questa nebbia accecante e diurna
disseccherà le vene incartapecorite delle tartarughe
succhierà il sangue delle granfie degli asteroidi
farà assommare dagli abissi le alpi di quarzo
 
e un simun rabbioso
come fiamma ossidrica
brucerà le ali degli ultimi uccelli
fiaccherà le gambe degli aironi
strapperà le mutandine pennute dei fenicotteri
ai gabbiani lascerà una spolpata lisca.
 
Ormai liquefatto mi sciolgo
boccheggio con la grande testa di uncini
senza occhi – ma tutto occhi
senza cuore – ma tutto cuore
senza gambe – ma tutto gambe
 
          CON DECINE DI CALZINI ROSSI
 
 
TONIA BENSI/GIUSEPPE RECCO
Insieme
 
I nostri occhi si riflettono.
Le labbra si sorridono.
I fianchi chiamano
e le cosce rispondono.
I sensi s'intrecciano
come vecchie pergamene egizie
e noi felici ci rivolgiamo al cielo.
Gli anni passano ma noi siamo qui.
Sempre.
Insieme.
Per sempre.
 
 
AMEDEO BORGHI
Lara
 
Ti rincorro da anni
prima lontano e poi di fianco.
Ritiri i tuoi nervi
io rinnego i miei venti.
Mi vedi, ti sento e il gioco continua.
Sguardi tormenti indecisioni
e poi ricomincia la scia
e la corsa riprende
 
 
STELLA CACCIAMANI
Donna
 
Conosco quel dolore forte e profondo,
ti scava l'anima, lo sguardo.
Conosco quel vuoto che dilania i giorni, le ricorrenze,
ho imparato a leggere tra le rughe la solitudine.
Ma in te ho visto la vita oltre…
L'amore vincere la morte.
È tuo il merito se la vita mi appare lieve e senza condanne,
se ancora I sorrisi regalati e le tenerezze e l'altruismo sono indenni.
Grazie per la forza e l'umiltà
per l'allegria che ancora ti appartiene.
Grazie per esserci,
vicina e speciale, comunque viva...presente.
Grazie
 
 
CANDY CANDY
 
WORDS UP TO DATE
 
 
ANTONELLA MARIA CARFORA
Soffio di vita

Sulla traccia del disegno
si compone
il sogno.
Da una materia millenaria
taglio
ad una ad una
forme cubiche
           acute
           oblunghe
           tondeggianti.
Schegge policrome
si impadroniscono
degli spazi vuoti.
Il tempo
è dilatato
né obiettivo
né conclusione
ma
un continuo farsi.
Il respiro medita
giorni, mesi, anni.
Le mani disegnano
               tagliano
               compongono
giorni, mesi, anni.
Opus tessellatum
Opus sectile
Opus vermiculatum.
Il mantra fluttua
e
vibrano le tessere
in comunione tra loro.
Mi manca il respiro.
Intuisco
l’alto e il basso
il tempo infinito
il ritorno mortale
e
per un attimo
sono parte del tutto.
 
 
CRISTIANO MARIA CARTA
Zingari
 
L’ho visti
quel giorno
in quella Roma accaldata
come  profughi
nel grande deserto.
Ero lì
solo di passaggio,
ed in fila mi sono venuti incontro,
scortati, come fossero belve,
da divise dai tanti colori.
Quel giorno
l’ho toccata
l’umanità depredata …
lì nel ghetto recintato
di una  nostra periferia.
Questa Roma
così disturbata
così rubata
così scandalizzata,
finalmente … liberata:
“la notizia” di una storia che ritorna
nella mia città
oramai senza memoria.
E ho visto
bionde bimbette
trascinare bambole nelle loro carrozzine giocattolo
tirate per mano  da padri , madri
o piccoli fratelli con la loro maglietta giallorossa,
e i nonni … spingevano carrelli del supermercato, forse rubati,
con tv, grandi e gonfi sacchi neri e quadri di Madonne.
Come fosse un tranquillo trasloco …
giovani sparivano
sotto il peso di grossi materassi, reti di letto, coperte e cuscini
per dormire le sere sotto i ponti ritrovati.
E mentre
la vecchia sulla sua sedia a rotelle,
spinta dalla nipote,
oramai quindicenne,
piangeva quella falsa
ma unica serenità …
lei imprecava in romano:
la sua, la nostra lingua.
Dietro, con sonori boati,
spazzati da grossi cingolati,
cascavano le baraccate case, come fossero birilli,
del loro “River Village “.
Oramai, senza vergogna,
ci culliamo nel nostro… nuovo ventennio!
 
 
GIAMPIERO CASSARÀ
Guerra di parole

Se non ci fossimo noi bugiardi
Voi non trovereste mai la verità
Nomade e vagante / Prendo aria da respiro
C’è chi dice che il potere è allievo della mente
C’è chi dice che la verità
È solo una scopata con la gente
 
Alla mia età sparavo già cazzate in mezzo alla gente
Nel breve tempo
Ho smarrito tre vite
 
Non sapendo niente di niente nella seconda per disperazione
Ho capito tanto / tanto
Nella terza per prudenza ho ascoltato bugie / bugie credetemi
Attentamente
 
Aimè in questa babele di zombi e grilli parlanti
Non ci ho capito niente di niente
E divento digitale
Un’immensa ragnatela
L’oro che muove
Nel globale un passo destriero
 
Spesso mi chiedo pensiero / pensiero / pensiero
Vuoi vedere che il tempo / avulsa la verità
In un mare di mestizia
Scende copiosa
La sincerità
Chi non ne ha gioco
Per averne una
 
E quanti tralci fin su il lobo avvolge una
Luce sofferta
Mi chiama nel suo braccio
Tante verità tra soffici penne
 
Mi lascio cadere
Fra sospiri ricamati di bugie
 
Vorrei tornare lassù
Sulle cime dell’alta vetta / sentire il silenzio
 
Nell’incanto di una riflessione lacerante.
Vuoi vedere adagio / adagio che sto diventando vero.
Scende copiosa la verità.
Chi non ha gioco
Per averne una.
 
 
ANDREA CHICCA
Tutto torna
 
Una foto, una strada, un odore,
uno sguardo prima di iniziare.
Le ragazze all’uscita di scuola,
un amico che impara a volare.
Dentro a feste di anni passati
molto prima di averli provati.
Un ricordo che ancora trattengo.
 
Sei la donna dentro al mio letto
sono il matto che vive sul tetto
scrivanie in uffici moderni
ed esami passati a memoria,
fatica, sudore, passione
fanno vivere ancora persone.
 
Quando pensi di avere finito
quando invece è tutto da fare,
pomeriggi nelle sale giochi
hanno qualcosa da insegnare.
C’è chi scorda le cose importanti
e chi pensa di avere ragione,
chi ha soltanto provato a provare,
tutto torna, non c’è spiegazione.
 
 
ENZA CIGLIANO
Il Cavaliere Impalpabile
per A.d.P
 
Il Cavaliere Impalpabile
Cammina con me
Il suo respiro silenzioso
Appanna
Discreto i vetri dell’Immaginazione.
 
Dal suo cavallo, dal trotto cadenzato,
scandisce la mia voglia di Felicità con l’eco lontano e
indistinto di gravi tamburi.
 
Il suo Mantello
Svolazza discreto davanti ai miei occhi,
oscurandomi la vista e il ricordo.
 
Non ho la certezza del suo sguardo,
perché fugge da
quella che sembra la Verità.
 
Ed è qui accanto a me
L’artista che sa impastare
La luce con il nero assoluto, che sa sfumare i colori imprevedibili
Della realtà.
 
Cammina, cammina con me, dentro di me.
 
 
FABIANO CIPRIANI
Camposanto
 
Te ne sei annato de sera, ‘na domenica de festa,
chissà che te passava pe’ la testa.
Me ricordo quanno a spasso me portavi,
con la radio che sonava Califano,
te fermavi a n’certo punto e me dicevi:
si te tocca quarche d’uno l’ammazzamo.
Si passavo pe’ la piazza me strillavi:
A Fabianooo,
vieni qui sinnò te sparo.
E na vorta che venivo, nun dicevi più gnente,
m’allungavi dumila lire e te n’annavi soridente.
E mo sto qui,
trent’anni e ancora tutto da capì.
Nonnè damme na mano,
com’è che nun decolla st’aeroplano?
Com’è che d’amore nun ce more più nisuno?
Possibile che più passa er tempo e più me sento solo?
Adesso vado via, te lascio riposare in pace,
c’è la vita che me strilla sottovoce.
Fin da regazzino nun t’ho mai chiamato nonno,
te saluto Cencio, damme dumila lire e t’arivorto er monno.
 
 
JOHN “ANEMY” CLARK
 
HATE ME
PLEASE
WITH LOVE
 
 
IUNIO MARCELLO CLEMENTI
Lo stato del bit
 
Pensavo ad un bit e alle sue possibilità
questo essere on off, acceso o spento,
essere uno zero o un numero uno
fa la differenza, pensavo all’uomo

alla sua anima eternamente accesa
e al suo corpo che perisce vincolato dal tempo,

pensavo alle connessioni energetiche
al potere di accendere e spegnere le cose,
al potere di accendere o spegnere le persone
a questo pattume che mi circonda.

 
 
LAURA COLOMBO
A mia madre Bianca
 
C’è una donna bellissima
che cammina al mio fianco.
Da quando se n’è andata
non mi lascia mai.
Mi segue con passo leggero.
Il vento le sfiora il viso
e gioca con la seta colorata
del suo vestito.
Le sue mani sono ali di farfalla.
Gli occhi brillano della luce
delle stelle.
E il sorriso che le illumina il viso
è un regalo d’amore per il mondo.
C’è una donna bellissima
che cammina al mio fianco.
Da quando se n’è andata
non mi lascia mai.
 
 
LEONIDA COLOMBO
Paesaggio toscano
 
L’autunno colora di rosso le foglie
degli alberi quasi addormentati.
Sui pendii delle colline ondeggiano
le argentee chiome degli ulivi.
Lontano, in fondo al prato
una solitaria quercia.
Candide nuvole la circondano e
accarezzano la sua chioma.
Sentinelle toscane
i cipressi punzecchiano il cielo.
 
 
ROSSANA CORATELLA
Arriverà
 
Arriverà un giorno in cui mi sveglierò felice,
coll’amaro alle spalle e i sorrisi doppi.
Quelli che nemmeno un bambino se li può immaginare.
Con la faccia colorata e le gambe penzoloni.
Con l’altalena in tasca
Che ti sembra di toccarlo davvero il cielo
Con tutta la mano.
 
Arriverà un giorno che sarò madre,
che mi sentirò sdoppiata
E non avrò indecisioni.
Che saprò “è quello giusto”
Perché un amore è da sempre, quando cresce in te.
 
Arriverà un giorno che sarà bianco,
che nemmeno le nuvole ad inseguire il mare
Con le ali sospese a dondolare nell’aria.
Io sarò lì, a correre tra gli aranci,
a vestirmi di petali,
a sentire l’erba che si piega sotto e il sole che si scalda sopra.
A voltarmi col viso fiero,
A guardarci felici mentre ci amiamo.
Oltre il cuore,
Sopra Tutto.
Saprò che è il giorno giusto
Come nelle favole,
che c’era una volta e vissero tutti felici e contenti.
 
 
ARDUINO DAMIETO
Rondini
 
Dall’alto,
Nell’azzurro senza nuvole
Arriva un concerto gioioso
Di stridule grida
Un invito all’allegria,
Una girandola festosa,
Ali che rincorrono ali
Capovolgendo il mondo,
I suoi abitanti, i suoi mali
Una corsa frenetica
A scacciare la malinconia
Sottesa a questa
Leggiadra forma
Di pazzia.
 
 
DANIELA DAMIETO
In questa giornata
 
In questa giornata
Di vento e primavera
Tu sei per me
Rugiada del mattino
Silenzioso e vitale
 
Mi sveglio e ti trovo lì
Parte di me
Come gli alberi e gli alveari
 
E come le api
Che non possono non amare i fiori
E così i fiori
Che vivono di api
Io amo te e amo noi
Nella mia mente siderali
 
 
PINA DANESI
 
FALL IN LOVE
WITH LOVE
 
 
FRANCESCO DEL FERRO
Amiamo le donne
 
Guarda: là giace quella donna morta,
sta lunga distesa tra i pomodori.
È un campo di erbacce, privo di fiori.
Un’altra ne vedo che sembra assorta,
 
sull’acqua ondeggia, l’accarezza l’onda,
che, poi, giù dell’Ade le apre la porta,
là coi suoi figli e i sogni la porta,
ove, senza cura e riguardo, sprofonda.
 
C’è un demone uomo che, vedo, la usa,
la butta in strada, la picchia, ne abusa.
Ce ne sono tante in questa maniera,
messe in fila sarebbe lunga la schiera.
 
Nel mondo che cambia ecco il messaggio:
ché l’uomo dia loro più attenzione,
nessuna avversione e più comprensione.
Mai più violenze, sia il popolo saggio.
 
Amiamo le donne in modo profondo,
son loro che dànno l’amore nel mondo.
 
 
STEFANIA DI LINO

[ho scritto una storia a lieto fine]
 
si girava nel fuoco delle parole / per bruciarne i lacci / ed era allora / un’altra facoltà
dell’esistere / 
c’eravamo salvati / seppure un po’ feriti / c’eravamo salvati / da colpi bassi e da
sguardi abrasivi / 
da veleni nascosti in lingue bifide / e da pensieri lavorati male / per mancanza di
materia prima / io 
chiusi in ogni caso il cerchio / /
[lo chiusi perché era tempo]//
cambiai osservatorio e postura / stesa sul prato / al lato delle fragole / osservavo il
buio e parlavo 

al vento /[e c’eri tu che cercavi la mia mano / e c’eri tu che mi premevi il ventre]/ e
poi buio e 

silenzio / in un tempo disteso / senza riserve o clausole / stretti aderenti nell'allaccio /
finalmente interi /ad osservare il fuoco / e il passaggio delle lucciole

 
 
ENRICO DI ZANI
Giorni Mancati
 
Nella mancanza si trascinano i giorni.
Non sento la tua voce
e non vedo le tue mani calde.
Mi manchi nel cuore e nell'anima.
Mi manchi nelle ossa e nel cibo.
Mi manchi
nelle camminate della città d'agosto
nella follia dei desoderi di dicembre.
Mi manchi nella retorica e nel ventre.
Mi manchi nell'angoscia
e nella pena
nella mente e nel cuore.
Mi manchi e non lo sai
non lo puoi sapere o non lo sai più
ma mi manchi.
 
 
ITALO ESPOSITO
Congiunzioni
 
congiunzione linguistiche
per salvarti la strada
apostrofi rosa
per seviziare il dolore
uso e abuso la nomenclatura comune
ma basta un tuo gesto
per deviare la vita
un tuo semplice gesto
per modulare la voce
 
 
LAURA VDB FACCHINI
essere
 
La mattina
sveglia distesa nel mio letto

con ancora gli occhi chiusi,
incomincio a fare:
disegno e cancello e butto
faccio grandi gesti,
le mie mani
arrivano ad altezze di molti metri,
sono leggera e posso tutto.
Ogni strumento è alla mia portata:
pennelli, tessuti, chiodi, forbici,
Non sento stanchezza.
Agisco veloce
In un attimo posso cancellare tutto!
Rincominciare da capo.
Mettere in ordine.
Da dietro ai miei occhi
le mie palpebre sono il mio spazio
infinito per creare.
Non ho bisogno di niente.
Solo una grande concentrazione
così profonda che mi sembra di viaggiare dentro di me

all'indietro nella mia mente.
dove ho tutti i colori e tutte le forme.

 
 
ANDREA FELICE

Sorriso
Quel tuo sorriso 
ha toccato quella parte profonda di me, 
in quel profondo dal quale non esce più né lamento né sorriso.....
Avevo dimenticato quella voce...
 
Quel tuo sorriso così penetrante agli occhi dell’anima mia, 
così profondo e così bello che nessun pianto può restar tale...
 
L'odore di quel sorriso è come uno spicchio di luna al mattino....prima dell'alba
quasi un sorriso al nuovo sole che sta per nascere.
 
Mi hai fatto vibrare.... 
con la tua voce.... 
con le tue risate .....
con la tua voglia di vivere.... 
con la gioia che hai nel cuore... cuore pieno di lacrime d'amore....di un amore lasciato
indietro ormai ......lontano. 
 
Amore come un ombra di quello che non c'è più....
Mi sento vivo....sento tutti i pori della mia pelle....
i miei occhi sono come lucerne accese mentre, le tue mani si muovono come avessero
toccato qualcosa per la prima volta....
 
Quel tuo sorriso...che in un attimo ha spazzato via tutte quelle false dolcezze....
rifugio beffardo per molto troppo tempo...
il passato non esiste....cosi il futuro...
C'è solo l'attimo....quell'attimo del tuo sorriso che ha riempito in un istante tutta la
mia anima...
la mia vita...ora....
adesso.
 
 
ROSA FOSCHI
Rosa
 
Urbino è un pensiero pietrificato
che un Dio cleptomane ha rubato
Urbino è un passatempo conventuale
appuntato in una palpebra di cielo
dove angoli dorati e linee rette
sigillano la forma
tenendola a debita distanza
Tutto scorre e i giorni adolescenti
memori del colle in liquido vapore
tagliano l’ombra
 
 
SILVIA GALLO
 
Amori pragmatici
Amori ventosi
Amori infiniti
Amori pulsanti
Amori armoniosi
Amori parati
Amori annuali
Amori dislessici
Amori gioiosi
Amori annoiati
Amori programmati
Amori penosi
Amori divini
Amori quotati
Amori passivi
Amori fumosi
Amori derivati
Amori potenziali
Amori sgrammaticati
ma pur sempre Amori
 
 
GABRIELLA GIANFELICI
Solo per un giorno
 
Solo per un giorno
essere come voi.
Solo per un giorno
toccare integro il mio corpo
farlo volare in alto
e poi
distenderlo sulla terra
pesante e felice.
Solo per un giorno
cancellare
la ferita che mi rinnova
l’incubo
che spurga le mie viscere
che fa gemere le mie notti.
Solo per un giorno
non pensare
ad una triste sorte
che nella luce tiepida
di una fine giornata
di ottobre
s’incollò ai miei anni acerbi.
E per non vacillare
trasformare la realtà
pregando in silenzio
in un mantra tutto mio
dove la carezza rinsaldi
gli infami spacchi.
 
 
ANDREA GIANNINI
Senza
 
Senza voce né vita
la meta è oscurata
tu parli di noia
e io penso alla dieta
tu vomiti selfie
ed io m'introduce discreta
Non mi senti ma ti muovi
Non ti allarmi ma ti tocchi
Senza voce né vita
in cerca di luce
 
 
MANUELA GRILLO SPINA
Metamorfosi

La gioventù è
un gioco di luci
nel tempo infinito.
Schiusa la corazza,
col ventre ondulante,
cammino silenziosa
nelle strade di città.
Ancheggio e
mi fermo,
annusando la malinconia.
Ho nostalgia
della ragazza
assetata di vita.
La bella età
non sa di sé,
è un atto
spregiudicato,
è un verbo.
La gioventù è
un dio incarnato.
E come un dio rinasce
nell’animale sapiente
del tempo mio,
per metà dio.
 
 
ANNALISA ALENA GUIDI
Non dire una parola
 
Non dire una parola
Ho capito
Nell'ultima mezz'ora hai chiarito
costantemente
la questione.
Non dire una parola.
Non dirla più
se non ha un nuovo senso
un senso compiuto
non dico divino
ma almeno non animale
Normale.
 
 
FEDERICA GUZZON
Trafficamente le sei
 
Cimitero, di sale,
io vedo.
Scalpitano, attraverso,
strettoie incavate.
Dei di cartapesta.

Antichi eroi, imbambolati,
nella posa d'attesa,
attendono.

Non fanno, chi farà?
Si muova, almeno,
uno! In blocco, 
congelati, rattrappiti,
nell'evanescenza.

"Lo stivale! Lo stivale
prende or fuoco.
Fuma il tallone d'Achille!"

La città, indifesa,
chiazzata è
di facce desolate.
Un bambino, non cede,
all'imitazione.
Coglie un fiore:
il Giacinto,
posa sulla tomba.

L'eterno riposo
donava, a loro,
il Signore.
Accendi, la luce,
in Terra. Non vedo.  

 
 
ROSALIND KELLER
 
IN MY SOUL
NO WORD
NO WORLD
 
 
LINDA KELTON
 
PLACE IN ANOTHER WORD
 
 
RAFFAELLA LANZETTA
SSH...SILENZIO
 
Ho spento la luce del cuore
aspetto l'alba
senza fare rumore.
 
 
MARIA TERESA LAUDENZI
Margine
 
Grazie alla vita
per un solo dono:
il dono del margine.
Sentire il gelo
di non potere
di non dovere
essere quello che sei
in quel luogo
in quel momento
con quei panni
con quello sguardo
con quei vestiti
con quella paura
nel corpo
nella testa
nel cuore.
Quel brivido solo
mi ha dato
l’amore per il dolore
degli altri
solo quel brivido
atroce
mi ha dato
la pietà
per il margine di tutti.
 
 
CAROLINA LOMBARDI
Il corpo

Tendini e muscoli in espansione,
la pelle sensibile
che ha trama di foglia
al vento caldo.
Il sangue che scorre in ogni vena
o capillare
e va a nutrire
il più nascosto mitocondrio.
Il cuore, un orologio naturale
che pulsa ad ogni istante
rosso vivo.
Entra e esce fiato dal mio petto
da anni e anni
senza interruzione.
Miliardi di sinapsi nel cervello
interpretano
il vasto mondo tutto attorno.
Non si ribella il corpo all’ingranaggio
che lo vede in ogni istante sempre attivo,
anche quando nel sonno
compie un viaggio
nei desideri più nascosti e strani.
Si regola il termostato vitale
al freddo e al caldo della situazione.
È organizzato il corpo
da un’intelligenza cellulare
ed è il miglior regno
in cui vorrei abitare.
 
 
GIUSEPPE LOTETA
Come Quasimodo
 
Credevamo scomparso
il dolore del mondo.
Quando montagne di teschi
e corpi scheletriti
di sopravvissuti
apparvero a chi aprì i cancelli
degli ammazzatoi
dove il lavoro rendeva liberi,
pensammo insostenibile altro orrore.
Mai più, giurammo, mai più.
Ma l’orrore non muore.
È vivo sui barconi capovolti,
nel mare trasformato in un ossario,
nelle magliette rosse dei bambini
a faccia in giù sulle rive
o in fondo al mare,
nell’egoismo bieco
di questa vecchia Europa,
nella crudeltà dei porti chiusi
ai disperati.
Come Quasimodo,
appendiamo anche noi le nostre cetre
alle fronde dei salici.
 
 
GIORGIO MALIPIERO
Diciotti
(23 agosto 2018, h 00,17)
 
Bastimenti umani
ma senza racconto.
La narrazione è finita
nel solco d'attesa.
Dal mare solo odore di marcio
e gioventù violate dalla corsa di vita
Nello scampolo del giorno
di questo mare di merda
lo sguardo si perde
verso la terra negata.
I miei padri crepati
mi guideranno alla mèta
in attesa di una nuova violenza
 
 
MARCO MANNELLI
 
Sogni e desideri
di una vita alterata.
Sospensioni virali
per riattivare i miei giorni.
Ma la noia mi assale
l'amore patisce
e come ogni sera
in attesa
parliamo del tempo
 

 

KATIA MARCHESE
La strage degli innocenti

 
Strazianti grida
cadono inermi,
concime inutile
sparso sul
cemento sterile…
 
Si spacca
l’asfalto…
commosso
e da lì
delicati e fragili
germogli
si ergono contro…
vermigli!

 

IVANO MENNI

 
Come nebbia che evapora
i tuoi baci crescono
fremono
prudono
ingannano
Come vita vissuta
le tue mani frugano
vivide
esili
puerili
mentre attendo un nuovo tormento
 
 

MARCO MENNI
Lo farei

 
Li uccideresti tutti?
Si lo farei!
Sciolti nell'acido
come neve al sole
Oceani di scorie putride
perse nel mondo
Si lo farei!
In attesa di tempi migliori.
Senza uno scopo
Senza una metà.
Si lo farei!
Lo giuro.

 

 

MARINA MERRI
Parlami

 
Parlami d'amore
invece che di luce e di gas.
Parlami di sogni
e non di calcoli e pensioni.
Parlami di Dio
e non di vertenze elettorali.
Parlami
descriviti
raccontami di te
piccolo uomo di merda.
 
 
GIANNA MESSERI
 
UNA POESIA TI SALVA LA VITA
 
 
GIULIA MILELLO
A volte
 
A volte i ricordi mi portano via
verso universi siderali
in riflessi che non conosco più
In quei momenti mi porto
e sostengo
e divido
Raccolgo i pezzi
che sono solo miei
e attendo rilassata il momento
 
 
CAMELIA MIRESCU
Idioma
 
Durante la raccolta nei campi
il contadino raccoglieva indistintamente
tutte le erbe in un unico fascio,
senza soffermarsi nella difficile distinzione,
falciava erbe buone ed erbe cattive,
così, vinse la fretta del tempo e dei padroni
e dall’insieme noncurante, nacque
il mediocre “fare di ogni erba un fascio”,
un figlio che sopravvisse prediletto
nella palude di tutti i qualunquisti;
tutt’ora, mentre il tempo progredisce
con la premura di conquistare l’onore dei consensi,
sterminiamo esistenze, sentimenti, opinioni e gusti,
subordinati al pregiudizio che “fa di ogni vita un fascio”.
 
 
GIOVANNI MOLA
Panta rei
 
La mia mano,
Protesa verso l’infinito,
Artiglia sanguinante
La roccia aguzza.
 
Il cuore batte forte
E le mie vene pulsanti
Scandiscono l’ineluttabilità delle ore
Nel giorno fermo che non mi appartiene.
 
Lacrime ormai finite
Offuscano il mio sguardo
Nella ricerca del buio
 
Nel quale voglio spegnere il mio male.
 
Però…
 
Nessuna montagna
Può impedire all’uomo di scalarla;
 
Nessun dolore, per quanto profondo possa essere,
Può interrompere lo scorrere de tempo;
 
Nessuna notte può combattere il sole
Oltre l’alba che verrà.
 
Ed in quell’alba
Ritroverò me stesso.
 
E vincerò!
 
 
GIADA NURRI
 
VIVA VITA VIVA
 
 
FEDERICA OCCHIENA

 
VIVERE
MERAVIGLIOSE
OASI
DEL
TEMPO
NEL
RISCONTRO
DI
MENTE
 
 
CORRADO OLIVIERI SANGIACOMO
Volare                                                      
 
Come amerei volare
volare sulle cose
mirar tutto dall’alto
senza alcun soprassalto
 
volar libero e alto
felice di sognare
guardare il mondo in basso
senza mai deviare
 
e guardare a distanza
ciò che laggiù è presente
poter dire alla fine
non me ne frega niente
 
e libero volare
nei cieli smisurati
senza bersagli mobili
né confini assegnati
 
incrociare gabbiani
e con loro parlare
o altri uccelli vari
coi quali duettare
 
e sentirmi sovrano
proprio come un sultano
abolire il passato
un passato traslato
 
 
ANGELO PALOMBINI
Viva e Fragile            
 
Norma che hai la dolcezza della melanzana
Che d’estate si mischia con ricotta e salsa
Ogni tecnica per non tingersi di rosso è vana
Il piatto è così buono che ogni dieta ne è valsa
 
Ma tu sei oltre la semplice bontà di cibo
Non sei da divorare come un poeta strano
Sei la donna che ha cantato il lieto mito
Allegro e felice ogni tuo riso non è vano
 
Concerto Fotogramma, Canti di scena
Hai alleggerito il cuore di chi vanifica il limite
E cerca il sollievo nella bontà della cucina
Un nodo che si scioglie nella brace scintillante
 
Fuoco vivo, mite, arde, infiamma senza ferire
Giocare con le parole e il palco è la tua vita
Forse un po’ sola ci guardi chiedendo di allietare
Cercando di far ridere chi ti vuole amata.
 
 
LUCA MARIA PATELLA
 
vano?
 
poi c’era
questa stanzetta:
ci si arrivava
per una stradetta
a gobba d’asino
in terra picchiata e
con un Fiore
in mezzo
Altissimo.
 
La camera
è di una
bruttura
..calco labile!
e dalla finestra
verde stinto:
le chiome polverose
e il pigolio
passante..
 
 
ENRICO MASSIMO PENNA
 
Disegna cuori sul mio cuore
Colora di cielo i miei giorni
Dai aria ai miei pensieri
alle mie parole d'amore
Accordiamo i nostri tempi
evitando la merda dei giorni
e viviamo con gioia
i nostri ultimi giorni
 
 
MASSIMO PENNI
L'idea
 
L'idea
Impressa per sempre nella retina
Finisce per svilire la meta
Niente più domande
Solo univoche risposte
Il destino come madre
L'avere come pace
Ma é ancora l'idea
A guidare la scia
 
 
ILARIO PERSI
 
Essenze vitali
di mitriaci intendimenti.
Profumi argentini
di ragazze dal web.
Oscuri pesticidi inevitabili
per gestire la città
ma tu cerca le mie stories
per capirmi di più.
Se vuoi e sa hai tempo.
Ma non chiedere niente
Il caldo acceca e sconfigge.
Su a Bilbao campeggia Puppy
mentre annego nella noia del meriggio.
Un giorno perfetto per morire d'inedia.
 
 
VINCENZA POSTIGLIONE
Eroe nazionale
(omaggio a Pasolini)
 
Le parole che tiravi come pietre
Armi contro un potere occulto e beffardo
Le scagliavi con l’inchiostro
Benedetto dal padre nostro
 
Profeta, di malefatte nazionali
Ed inganni culturali
Non sei semplicemente, come molti ti chiamavano,
un intellettuale
Tu sei  pietra miliare del libero pensiero
E portavoce cristico
Sei corpo di verità carnale.
 
 
LEONIDA RAMPELLI
Visioni

Visioni nostalgiche
impresse nel buio
Parziali immagini
di vita compressa
Tu mi spingi alla vita
Io rispondo sereno
Ti turbi col sesso
Io rimango sereno 
fresco e loquace 
in attesa di una nuova 
visione


 
GIULIANO RENALDI
Italiani
 
Geni dell'arte di un passato stracotto
stramorto
lontani da ogni sensazione di nobiltà
siamo pronti a fottere
anche nell’al di là.
Senza vergogna
fra di noi.
Senza senso né legge.
impunemente arroganti
rischiamo la fine
del bel paese dei padri
che non corrisponde ai figli
e non legittima il futuro
di un futuro azzoppato.
Italiani
razza strana e precaria
dal volto rifatto lo sguardo indefinito.
Italiani
civili incivili immersi nel buio
di una raccolta di nobili parole.
Italiani
solenni e pelosi.
Italiani in attesa.
Chissà?!?
 
 
ILARIA ROSSI
Sangueoro
 
Impermeabile al buio
sogno una meta
ma la vita non molla la preda
Immagino istanti
gioie e rimandi
ma la vita spezza la schiena
 
 
ANTONIA SALARI
12

alle 11 la parola mi assale e non   
     rinuncia 
punta dritta alla meta e non desiste
chi molla è perduto
non c'è rinuncia 
non c'è ebbrezza
e alle 12 tutto è finito
e ci sei tu sul foglio


 
LAURA SAMANTI
 
Vincere
nella fuga infinita
di un seme biologico
attaccato alla vita.
La vita che non ho
più.
La vita che non avrai
mai.
         
 
MARIA GRAZIA SAVINO
Anima
 
Spettri allo specchio
che rubano sguardi
di chi li rifugge ma
che non sa resistere,
di tanto in tanto,
a guardarsi dentro.
Spettri che mordono l'anima,
ne portano via brandelli
e lasciano senza forze
chi la possiede, ma
che la possiede ancora
un'anima!
 
 
GIULIA SCIALANGA
Sublimazione discendente

Il vento tra gli alberi crea sentieri di musica, 
il sole tiepido spegne in successione stati d'animo che mi appartengono. 
È il tramonto. 
Da questa visione, priva di energie, non riesco ad alzarmi. 
È il tramonto nella stagione della rinascita. 
Dal finestrino le immagini scorrono troppo veloci per essere catturate, inglobate o
incasellate. 
Finalmente il mare con le sue onde si infrange sulla riva. 
I miei piedi sprofondano tra i sassi pungenti che trovano una loro collocazione. 
Non è ancora estate. 
Sento la fatica di un inizio, della gioventù che si adatta ad una nuova famiglia. 
Osservo questa vita e ne colgo la voglia di rivalsa. 
Ho vissuto anche io quella sensazione di abbandono mascherata da libertà ignota. È
come affogare restando coscienti. 
Un saluto e niente più, torneremo estranei solo quando ne sbiadirà il ricordo. 
Le immagini scorrono ancora, più lente e precise. 
Ora lo vedo, il degrado dei palazzi in costruzione e delle promesse infrante. 
La vita vera in una bugia. 
Ciò che resta è un asfalto che si crepa, cercando di marcare un'unica direzione. Si
annida e stratifica, provando ad emergere, biforcandosi per poi restare dov'è. 


 
ANTONIO SEMPRONI
Caro studente

Caro studente, che guardi fuori dalla finestra
Le parole del professore ti suonano vecchie
Arrivano come tonfi di sonno alle tue orecchie
E affogano in qualche abisso della tua testa


Caro studente, presta attenzione alle parole
Quelle che indicano le cose sono piuttosto insidiose
Si proiettano sul mondo con asimmetria
Perché non le foggia la luce del sole
Ma la storia, la geografia e l'economia


Le parole che indicano cose astratte sono ancor più pericolose
Intorno ad esse l'umanità si confonde e si disperde
Per affermarne un significato sull'altro si fanno le guerre


Le parole che indicano le persone ne descrivono la veste ufficiale
Un rigo in più fra le generalità da dichiarare
I nomi d'arte ne fanno un personaggio
Per salire su un palco e stare a proprio agio

Per quando nasci un nome e quando cresci un soprannome
Di cui nessuno sa dirti il perché ma solo come
Ma non hai bisogno delle altrui generalità
Per comunicare con una persona in intimità


Ciao studente, il professore ti chiama a gran voce
Brusco come le parole quando indicano persone e cose

 
 
MALENA SIRATTI
Immersione

Pronti
Disposti vicini
Fuori dall'orrore
Attendiamo 
Felici 
Ma è un attimo
E il mare ci prende
Ingoia
Non c'è perdono
Solo rinuncia e fame di vita
           

 
ENRICO SPERTI
 
Considera chi sei
cosa vuoi
quanto tempo ancora hai.
Considera il perché
il come e quando
dove e ancora perché
Considera i tempi
se é giusto
e se ha ancora senso.
Considera e poi vai a fottere il mondo
prima che fottano te
 
 
ITALIA TALAMONTI
L'albero di verdicchio e malvasia
 
Dopo tanti anni sei ancora qui ad aspettarmi
rimasto quasi solo
grande vecchio, un po’ patetico e spennato
qualche fogliolina in cima
la grande vite troncata attorcigliata all’albero
sembri chiedermi aiuto
Lo abbraccio come un vecchio e caro amico
i ricordi si moltiplicano all’infinito
nel silenzio del grande spazio dove tutto è cambiato
ma il grano ondeggia come allora
le rondini volteggiano festose
Una fogliolina si stacca dall’esile ramo
gira, gira su se stessa poi si posa sulla mia fronte
il mio cuore si gonfia e vorrei gridare
Mi stacco dal mio albero e rimango muta a guardare…
sento di abbracciare una scultura:
la Resurrezione del mio caro amico Pericle Fazzini.
 
 
ADELE TASSELLI
 
... e quella goccia furente
attraversa la lingua
solletica molle quell'istante di noia.
Ho bisogno di passioni
per arrivare alla morte.
Ho bisogno di illusioni
per superare la vita
 
 
ALDO TEI
La religione del dovere
 
Se la morte
fosse un inciampo
e dall’altra parte
si riuscisse
a spiare il mondo
attraverso le cicatrici
di un tramonto,
sarei un viandante
che buca la nebbia
della malinconia,
ma per i devoti
del dovere,
che non si inchinano
al ricatto
di una ricompensa futura,
la vita
è l’ultima trincea
per combattere
il dolore
con le armi spuntate
di un uomo.
 
 
ANGELICA TRAVERSI
 
Lasciati in pace
Non farti fregare
Prega Iddio che tutto vada bene
Mangia sano
per quello che ti sarà possibile
Scopa spesso
per quello che sarà inevitabile
Vota il meno peggio
Parla piano in pubblico
Non ruotare se puoi farne a meno
Riga dritto
per quello che ti sarà possibile
Leggi spesso
per quello che sarà inevitabile
Assecondati se puoi
Coccolati se vuoi
Spera che tu ce la faccia senza intoppi
Ridi con gli amici
per quello che ti sarà possibile
Ascolta i tuoi nemici
per quello che sarà inevitabile
se il resto sarà evitabile
il futuro sarà tuo
forse
se non schiatti prima
 
 
SIMONE VENTURA
Coscienza
 
So essere le nuvole a
fare e disfare il cielo.
Solo v'è la tortora a scandire
con la voce il tempo.
 
 
GIUSY ZUCCARELLO
Il Passato
 
Il passato vive nel presente,
ti riaffiorerà alla mente,
si farà spazio in alcuni momenti.
 
Ti ricorderà gioie che riscaldano,
tristezze da reprimere,
non ti libererai facilmente.
 
Con maestria ricomparirà
come in un film...
ripercorrerà la pellicola
della tua vita.
 
Cercherai di reprimerlo...
di cacciarlo via.
 
Ma...
Sarà li, chiuso in uno scrigno
e come in un libro...
pronto a girare le sue pagine
ogni qualvolta...
si insinuerà nel presente.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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