ADELMO B.
Cara Luna
Da oltre otto anni non riesco
a vedere il tuo splendore.
Ricevo notizie tue soltanto dal giornale
ed ogni sera immagino e invidio chi ti nota.
Gli innamorati passano ore sotto il tuo
influsso argenteo.
Da ultimo ti guardano meravigliati
i disperati e i non accasati.
E infine vorrebbero accecarti i ladri.
Vedo ancora nel tempo remoto la tua storia.
Antichi popoli ti adoravano come una dea.
Invece oggi gli uomini si prefiggono di
conquistarti e distruggerti.
Ma tu sei sempre lassù,
a volte piena e lucente
a volte vaghi libera con nastri misteriosi.
Vorrei sapere tanto
chi ti ha dato questo nome
quanti tesori hai…
ma mi auguro dal profondo del cuore
che nessuno lo sappia mai.
ALESSANDRO X.
Alla foce del Mignone
Compongo una poesia
Non dico sia la mia
Ognuno pensi ciò che vuole
Ciò non mi duole
Un cane solitario mi viene incontro
Su una spiaggia d’inverno
Forse smarrito cerca un padrone
Come faccio io cercando Dio
Sabbia a iosa
Granelli d’universo
Compatta la vista, il pelo, le membra
Raccolgo una conchiglia
Ne ascolto il suono
Ne leggo le spire
Il segreto della vita
Il movimento magico, immutato, senza tempo
Che fa ruotare le galassie
Che genera la vita
Alla foce del Mignone
Nell’inverno 1986
ALESSANDRO X.
Dal terzo piano
Dalle grate di un carcere romano…
dal terzo piano…
ogni giorno mi affaccio…
salendo in piedi sopra un termosifone…
quando spara il cannone…
acuendo l’udito per superare l’eterno
brusio degli uomini ingabbiati.
A volte bastano dieci minuti,
a volte servono due ore…
per attendere che esca all’aria…
mio figlio…
il mio cuore…
in un cortile cento metri più in basso…
dobbiamo urlare per capirci…
ma i nostri cuori sono vicini.
Dove non arriva la voce arrivano gli occhi.
Da contraltare a queste boiarde ed ottuse mura
fanno i nostri amici gabbiani…
volteggiando belli e liberi in cielo
scaldano la speranza che questo brutto
sogno un giorno finirà.
Dopo quei fugaci urli e sguardi torno a
percorrere i tre consunti e miserabili piani
delle seicentesche scale…
lo sguardo si rattrista…
l’ansia sale…
Aspetto il giorno dopo in compagnia di
qualche Santo… ma non basta…
non è tanto…
allora faccio come penso io… e prego Dio.
A questo punto, ne sono sicuro!!
Il carcere è già meno duro…
Oggi è passato un altro giorno.
Insieme a Dio e la brezza marina
la liberazione si avvicina.
Verdi montagne, azzurro cielo e infinito mare…
non mi lascerò più ingabbiare.
Come un gabbiano anch’io in alto volerò.
ANDREA E.
Libero pagliaccio
Beato te che sorridente beffeggi alla vita
Viaggia in alto eterno bambino del rosso ciliegio
Pensiero libero e alato mai rinchiuso
Silenzio!!!
Muri di cemento intorno, sudano esperienza
Espressioni di volti qui alloggiati ospiti della Regina
Silenzio!!!
Riesce nella giungla a trovare il suo silenzio
Porta di un viaggio trasceso
Da una bizzarra scia di protagonismo
È questo il palcoscenico
Ognuno ha il suo pagliaccio in questo circo
Il mio non parla, immobile
Colui che in un irreale sogno
Gusta sensazioni e sogni di libertà
acqua, terra, polvere e cielo
È libero tra quattro mura di cemento
Il mio pagliaccio vola in alto
Vispo più che mai
E senti che è anche felice
Di fronte alla sua gabbia
Come un forte movimento vola
Nel suo pensiero libero
E alato cercando la sua ricompensa
Fiero e sorridente accarezza e ferma il tempo
L’unico ideale tra ferro e cemento di essere
Un libero pagliaccio
ANDREA E.
Sbarre
Nel gelo vi ho incontrato
e in questo freddo tempo
sono stato ferito.
È nell’amore che mi rifugio
per scaldarmi.
Ti cerco, ti trovo
in un abbraccio di donna,
negli occhi di un bambino
nel tuo caldo verde.
Smeraldi nei tuoi occhi
che mi scaldano
e mi salvano da queste sbarre.
DANTE G.
Il mio tesoro
Bimba bella di papà
tu mi manchi intensamente,
la tua voce le risate,
mi risuonan nella mente.
Anche quando fai i capricci,
le espressioni del tuo viso,
con la tua ingenuità,
io raggiungo il paradiso.
Quando giochi canticchiando,
io ti guardo un po’ rapito,
e rimango a rimirar
il tuo splendido sorriso.
I tuoi occhi sono stelle
che risplendono di luce
con la stessa intensità
al suono della tua voce.
Molto delicatamente
papà tuo ti prende in braccio,
ti riempie di bacioni
e ti stringe in un abbraccio.
Bimba bella di papà,
io ti penso con amore
e ti giuro con affetto
che sei sempre nel mio cuore.
ENRICO T.N.
Susanna
Tre anni che ti ho perso
ma sembra molto di più.
Sei il primo pensiero quando mi sveglio
e l’ultimo quando mi addormento.
Senza te niente è come prima.
Il tuo sorriso e le tue carezze mi accompagnano,
giorno dopo giorno,
perché rivivono nella mia mente
grazie alle foto e ai video che custodisco gelosamente.
È forte il desiderio di tornarti a trovare
lì dove tutto tace e dove la terra ti nasconde.
Prendermi cura della tua tomba è stato sempre
un dovere e una missione,
un atto dovuto.
Al momento non posso onorare questo impegno,
ma sono certo che,
qualora riuscissi a superare questa prova,
la tua tomba tornerà splendente.
È grande la vergogna nel trovarmi dove sono,
mai avrei creduto un giorno di finirci,
e se tu lo sapessi, non riesco ad immaginare
come reagiresti.
Ho solo una certezza:
si è spenta la luce dai tuoi occhi
è scesa la notte nel tuo cuore.
EUGENIO S.
Mia figlia (Iana)
Sfioro le pagine della vita tua.
Trovo l’idea… sorge una Dea…
La mia piccola grande figlia.
Che illumina i miei occhi di meraviglia.
Ora guardo il soffitto,
il tempo non passa mai.
Immagino lei…
“Papà ce la farai”.
Sei un fiore che qui non cresce.
Ma ti sfioro come una rosa
e la mia mente ci riesce…
Passa tutto come una giostra,
uscirò per te.
Per la vita solo nostra.
IGOR C.
Cuore rapito e torturato
Cuore rapito e torturato da un dolce passato
Cuore rapito da un bacio
E ingannato dal beffardo sorriso di un ubriaco.
Rifugio beato e sottile
Di una vita d’inganno
Con mano ansiosa mi ha condotto
Lungo una via di balocchi cretosi.
Lento è stato l’oblio nel buio (dove vagavo)
E dannoso il suo sapore.
Ma oggi ha modellato i lineamenti del tuo credermi
Gentiluomo adulatore.
Fresco sapore il tuo bacio, un po’ passione un po’ dolore!
Come il racconto frammentato della vita mia.
“Labile” è la vita
Tortuosa è la strada
Eterno il giudizio… d’ultimo d’essa.
Ma veritiera è la mia mano quando t’accarezza la testa
E sincero il mio scorrerti le labbra quando ti dico
Che t’amo.
Paradiso e tortura.
Come la vita.
Come la strada che porta al traguardo.
Cuore rapito e dolce tortura.
Bambino sperduto che corre in un campo di spine.
Lunga è la strada per raggiungere la mèta.
Stretta è la via che m’ha portato in una galera.
Triste miseria! O ricerca dell’essere? Mi domando.
Entrambi!
Come percorrere, io so ora, le tue labbra!
Intenso e complicato è stato “capire” il percorso.
Ma ora… che vanto la conoscenza dell’amore:
so quanto è importante il dolore!
Croce e delizia è il tuo sapore.
IGOR C.
****
Corre lento il fiato sul tuo collo.
Corre il mio sorriso dentro i tuoi occhi
In te
Che sei l’ispiratrice della mia resurrezione
In te
Sono racchiuse la mia forza e il mio dolore
In te la mia scommessa
Dolce carezza che m’allieta pima di dormire
Vita e coraggio
Che m’accende ogni risveglio
Positiva passione che ispira
Il mio futuro
Ferma mano
Che m’indica la vita nel presente
Faro immediato che m’illumina in ogni momento
Nei tuoi occhi la tristezza
Nei miei
Coraggio fermo di mutarli in splendore
Le tue incertezze
Le mie priorità
Nei tuoi dubbi
Le mie certezze
Quando io stento
Forte stimolo le tue carezze
Quando tu piangi
Io incomincio il cammino
Forte il mio ardore
E impiego per un tuo sorriso
Che ripaghi
Ogni volta che ti brillano gli occhi
E t’illuminano il viso
MANOLO
Amore diviso
Amore mio queste sbarre
e queste mura dividono il nostro amore,
ci danno solo dolore.
Ma tu sai vita mia
che se penso al tuo bel viso,
io ricordo il tuo sorriso,
che dà a me forza e coraggio
per finir questo viaggio
che considero di passaggio.
Io ti penso con ardore
e ti penso sempre nel mio cuore.
Da qui presto uscirò
e da te tornerò
e mai più ti lascerò.
Nel mio cuore ti porto e ti porterò
TI AMO TROPPO VITA MIA
e per sempre sarò con te
papà!
MARCO B.
PIERGIORGIO G.
ENRICO F.
Tutto vinci
Tutto vinci,
oltre ostacoli e confini.
Mai ti imponi
e come una brezza leggera
ti adagi docile e gentile,
inno alla libertà che spezzi le catene.
Disconosci rancore e violenza
e rendi parlanti anche i muti.
Gratuito e disinteressato,
fornisci ricovero e protezione.
Indomabile anche ferito tutto puoi.
Sin anche nella solitudine delle notti scure
e senza stelle, non taci
e riscaldi e sollevi e sostieni.
Quando il mondo ti respira e ti contrappone
il tornaconto e il disprezzo,
resisti.
Non chiedi “Posso entrare?”,
non temi, non ti sottometti.
Plachi l’ira e fai ribollire il sangue.
Guarisci lo spirito e rinvigorisci l’animo.
Portami dove posso ascoltare solo la tua voce….
Amore.
SIMONE R.
Senza essere
A volte non sappiamo cosa fare,
abbiamo le mani legate,
le cartomanti non hanno più il coraggio
di voltare le loro carte.
Ci sono madri che dondolano culle vuote,
innamorati che innaffiano la terra
mentre marinai dormono lasciandola.
Fissando il volo di un gabbiano,
sorvola il cielo lontano,
sento la cella che si chiude, piano piano…
Ci sono preti che confessano al cielo….
Cosa non sappiamo più fare.
Stringo forte la mia croce
passando dal rosario alla poesia
per la mia unica voce.
Sentimenti ad un crocevia.
Anima alla foce della libertà.
Ricordiamo mani sfiorate,
un oceano di cose vane,
occhi mai ritrovati,
labbra di baci rubati,
dissuadendo nei molteplici colori,
nelle lingue ubriache senza sapori,
diveniamo zanzare che scelgono sangue
da succhiare
poi mutiamo
nel pensiero di qualcun altro.
SIMONE R.
Una statua (Giuseppe Garibaldi, Gianicolo)
Solenne, fiera,
simbolo di unicità,
sul cavallo verso la libertà.
Tra le sbarre l’ammiro,
sorge tra i tetti “dell’onestà”,
cambia il cielo,
ma lei no,
sembra dipinta su un telo.
Fu il nostro incontro,
il nostro primo bacio,
la speranza in cui credo,
il futuro in cui credevamo.
Vorrei essere quell’eroe,
ma tremo
e rimango inerme come una statua.
La guardo,
come fosse l’immagine tua,
che mi chiami da là,
io solo
come essere umano che invoco un aldilà,
il paradiso con te e la libertà…
Ferma come questa Italia qua,
ma c’è la voglia di galoppare tra le nuvole,
scavalcare quelle cose, lottare…
nella mutevolezza del tempo,
come una statua, lei mi aspetta…
ma resta tutto fermo.
VALERIO X.
Noia
Noia
Noia che mi assale
Mentre non sto a pensare.
Libertà che vedo col cannocchiale.
Sotto la pianta dei piedi con la ghiaia.
In corpo la rabbia, chino in una gabbia,
Attendo il giorno in cui toccherò
La calda sabbia
Che mi manca assai…
In un baleno mi sono ritrovato nei guai.
Noia
Che tu non capirai mai.
VALERIO X.
Classe ‘90
Giro in strada a testa alta,
voglio una vita spericolata,
una di quelle tipo pirata.
Faccio poesie di borgata,
vieni giù dalle mie parti,
ma stai attento a come parli,
faccio rap de’ noantri
su per la collina
fumo di mattina
e tiro il collo a una gallina…
Bevo birra clandestina
stile autoprodotto
con i nervi a fior di pelle
col sole e con le stelle,
col coltello in mezzo ai denti
mi faccio largo fra vermi e serpenti
ma figurativamente, faccio mente locale
in un monolocale.
Bella vita, sì, ma come ce pare.